Il mio film preferito... "La dolce vita"!
La Trama.
Marcello Rubini (Marcello Mastroianni) è un giornalista che scrive per un rotocalco scandalistico, pur con la speranza di diventare un giorno uno scrittore di cose serie. Per sette notti e altrettanti giorni, egli diventa la guida di un viaggio attraverso la dolce vita romana. Lo incontriamo mentre, in elicottero, segue la statua di Cristo Lavoratore che sorvola le strade e le terrazze di Roma. La sera, in un night-club, Marcello inontra Maddalena, una giovane ereditiera sempre in cerca di nuove sensazioni con cui finisce col fare l'amore nel letto di una prostituta. Tornato a casa all'alba, Marcello trova che la sua amante, Emma, ha cercato di suicidarsi per gelosia. La fa ricoverare, ma subito deve correre all'aeroporto di Ciampino dove sta per arrivare Sylvia (Anita Ekberg), una celebre diva del cinema. Dopo una conferenza stampa, una corsa sulla cupola di San Pietro e una visita al night Caracalla's, Marcello segue Sylvia per tutta la notte alla ricerca di un momento favorevole che non arriva; finché dopo un bagno nella fontana di Trevi, i due tornano all'albergo e sono presi a schiaffi dal fidanzato di lei. I litigi con Emma continuano. Marcello incontra un amico intellettuale, Steiner, nella cui serena vita con la moglie e i due figli crede di ravvisare un modello ideale. Il suo lavoro, intanto, lo porta a seguire un episodio di fanatismo collettivo intorno al caso di due bambini che hanno inventato di aver visto la Madonna in un prato presso Terni. Una sera Marcello partecipa, quindi, ad una festa di nobili in un castello e qui dichiara il suo amore a Maddalena, ma finisce nel letto di una matura maliarda. Il giorno dopo, Marcello viene a sapere che Steiner si è suicidato dopo aver ucciso i due figli. Lo ritroviamo in una villa di Fregene dove è in corso una squallida orgia. All'alba tutti si recano sulla spiaggia ad assistere alla pesca di un pesce mostruoso. Qui, Marcello è salutato da un'innocente ragazzina conosciuta in una trattoria, ma non sa riconoscerla né udirne le parole.